Dalle origini alla vigilia del Secondo conflitto mondiale

 

Il territorio dove ora sorge la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù era sotto la giurisdizione della Parrocchia di Altichiero. Questa piccola comunità compare negli atti della visita pastorale del Vescovo Dondi dall’Orologio del 23 aprile 1811. Anticamente questo territorio era conosciuto come Autikaria e nel tempo ha subito le seguenti variazioni: Altikera con il Sinodo padovano del 964, Vicus Altikerius alla fine secolo XI, Vicus Altigeri nel 1091 e Alticherio nel 1123, per poi diventare nel 1453 Villa Alticherii o Villa Alticherio. In seguito al “grande guasto” o spianata voluto dalla Serenissima Repubblica di Venezia, nel XV secolo, per la sicurezza militare della città, la Parrocchia di Altichiero, con l’antichissimo titolo liturgico di Santa Eufemia Vergine Martire, comprendeva gran parte del territorio della distrutta chiesa della Santissima Trinità e del cosiddetto “sobborgo al Cavalcavia Camerini”. Dall’inizio del XIX secolo sino al 16 novembre 1932, fu Parroco di Altichiero Don Domenico Turra; a questi successe, come Vicario Economo, Don Evaristo Romanato che coprirà questa carica fino al marzo dell’anno successivo, data d’ingresso del nuovo Parroco Don Giuseppe Perin. L’antica Chiesa di Altichiero era situata sull’attuale via Querini, tra il fiume Brenta e il cimitero, ora proprietà privata e l’asse viario principale era costituito dalla “strada statale della Val Sugana” che iniziava dal Borgomagno per finire alla contrada Croce di Altichiero. Per evitare interferenze tra il traffico ferroviario della Società Padova-Piazzola-Carmignano con quello delle Ferrovie dello Stato e precisamente con quello della linea Padova-Bassano del Grappa, la suddetta società costruì il cavalcavia denominato “Camerini” in onore del Conte omonimo. Con la costruzione di questo cavalca ferrovia, lo Stato soppresse il passaggio a livello incustodito lasciando solo un passaggio pedonale, le famose girandole, creando così, prima di fatto e poi di nome: il “tronco morto” o via Istria. Proprio qui nacque il primo insediamento e si costituì una piccola comunità religiosa curata dall’allora Cappellano di Altichiero Don Angelo Sarto, trasferito poi come Mansionario alla Cattedrale di Padova; in seguito diventò cooperatore e primo Parroco della nuova Parrocchia di San Giuseppe in Padova, mentre il secondo cappellano Don Ottavio Levorato, che molto si era applicato per la crescita della gioventù del rione, fu trasferito poi come arciprete a Torre nel 1933. Punto di riferimento e d’incontro per la neonata comunità per la recita del Santissimo Rosario era una baracca di un fabbro, che un tempo era adibito a officina di un fabbro, pulita e tappezzata con carta bianca, ornata con un altare di legno che custodiva l’immagine di Maria Santissima Addolorata. I fedeli si riunivano per la dottrina cristiana e la recita del rosario nel mese mariano, mentre il catechismo dei ragazzi si svolgeva nel cosiddetto Asilo dalla Neni (De Benetti Giovanna). Il primo novembre del 1928 il vescovo Elia Dalla Costa, tornando in città dalla Visita Pastorale alla parrocchia di Altichiero, sostò nella nuova frazione venutasi a creare ai piedi del Cavalcavia Camerini e si fermò a visitare il piccolo Oratorio-baracca. Ai fedeli accorsi in buon numero, il vescovo espresse la speranza che presto in quel luogo sorgesse una chiesetta in cui celebrare la Santissima Messa e mettere le basi di una comunità spirituale ben ordinata. Il vero ideatore e fautore dell’impresa, che avrebbe portato alla nuova comunità la futura parrocchia del Sacro Cuore, fu Don Giacomo Ronzani. Questi, ogni mattina all’alba, partiva dall’Arcella dove abitava e si recava alla Casa di Cura La Salutare (oggi Villa Altichiero) per celebrare la Funzione in quanto, per assistere alla messa domenicale, le donne e i loro bambini dovevano recarsi in città o all’Arcella. Don Giacomo chiese al vescovo il permesso di celebrarla presso la nuova comunità del Cavalcavia Camerini e questi acconsentì, purché fosse trovato un luogo adatto. Nell’anno 1929 il Conte Novello Papafava donò alla comunità un appezzamento di terreno di cica mille metri quadri e Don Giacomo Ronzani recatosi una domenica a predicare a Cavino d’Arsego, vide accanto alla canonica una Cappella baracca che era stata adibita a ospedale durante la guerra del 1915-1918. Il suo pensiero fu subito quello di comprarla e trasportarla al Tronco Morto per celebrarvi la Santa Messa. Il curato di allora, Don Francesco Frello, acconsentì e il Vescovo approvò e subito, con il Cappellano di Altichiero Don Evaristo Romanato e con l’amico Zulian Eugenio, si recò a prendere la baracca e la trasportò fino a Padova con un carro trainato da alcune mucche; la fece poi montare sul terreno donato dal Conte. Fu necessaria la costruzione di un ponte di accesso e per conservare il Santissimo fu eretto in pietra un piccolo Santa Sanctorum, chiuso da un cancelletto di ferro; in seguito si pensò di allungare la parte in muratura e il primo quadro della Madonna fu regalato dalla signora De Paoli mentre, quello di San Giuseppe, fu donato dalla signora Boschin Giuseppina il cui figlio Gino, disabile e in carrozzina, riceveva ogni tanto la visita di un fraticello: Padre Leopoldo. E’ interessante notare che la chiesa parrocchiale di Cavino è dedicata al Sacro Cuore di Gesù, mentre in origine la vita religiosa della frazione del Comune di San Giorgio delle Pertiche faceva riferimento a un sacello dell’Addolorata. Nel dicembre del 1931 Don Giacomo, che aveva già in cuore l’idea di una nuova parrocchia e di erigere nella nostra città un Tempio per adorare il Sacro Cuore del Santissimo, realizzò un mensile rivolto a tutti i devoti del Sacro Cuore sparsi nel mondo denominato: “Il bollettino del Sacro Cuore”. La pubblicazione ebbe grande successo e raggiunse le venticinquemila copie. Il 5 giugno 1932 ci fu la benedizione della Cappella-baracca da parte del cancelliere vescovile Monsignor Giuseppe Pretto, dedicata al Sacro Cuore di Gesù e affidata alle cure di Don Evaristo Romanato. Sopra l’altare fu collocata una bellissima statua del Sacro Cuore in legno proveniente dalla Valgardena. Nell’ottobre del 1934, ai piedi del Cavalcavia Camerini, si aprì un altro Asilo Parrocchiale presso un locale riadattato allo scopo: subito si iscrissero quaranta bambini. Nello stesso anno alcuni ragazzi, che andavano alle riunioni ad Altichiero, incominciarono a riunirsi in un’abitazione privata e crearono l’Associazione Giovanile di Azione Cattolica “Guido Negri”. Intanto arriva il nuovo Cappellano, Don Antonio Masiero e inizia a lavorare nel rione con il seguente calendario settimanale: il lunedì dedicato agli Angeli Custodi, il martedì a Sant’Antonio, il mercoledì a San Giuseppe, il giovedì alle Anime del Purgatorio, il venerdì al Sacro Cuore di Gesù e il sabato dedicato alla Madonna. Il 9 dicembre del 1934,  il Vescovo Agostini visitò la parrocchia di Altichiero facendo notare che la chiesa si trovava ormai in un angolo appartato del quartiere: era evidente che bisogna provvedere alla costruzione di un nuovo edificio, lungo la strada nazionale e verso la contrada Croce. Nel 1938 fu acquistato il terreno e l’anno successivo iniziarono i lavori che terminarono nel gennaio del 1956 e con decreto della Santa Congregazione dei Riti, il 30/05/67 cambia il suo titolo da “Santa Eufemia” in “Maternità di Maria Santissima”. Inoltre la Congregazione osservò che: “verso il Cavalcavia doveva sorgere una chiesa capace... ”: la cosa era ormai matura e ne erano convinti il parroco e tutta la comunità, che sollecitò la realizzazione di una nuova Parrocchia. Si ordinò subito all’Architetto Prof. Bonato di Padova un primo progetto del Tempio e, grazie all’ aiuto di una generosa offerta del Vescovo, si acquistò altro terreno. Alla fine del 1934 incominciarono i lavori per la realizzazione di una parte del progetto, la più urgente: la Casa Canonica. Il 13 gennaio dell’anno successivo, a insaputa del Parroco, che in quel momento era assente per una missione, su invito di Don Ronzani e del Cappellano Don Antonio Masiero, ci fu una riunione con i capi famiglia nella Sala Asilo del Cavalcavia Camerini, per decidere di chiedere l’autonomia dalla parrocchia di Altichiero. Il 19 febbraio del 1935 il Vescovo chiama il Parroco e gli notifica che il Cappellano locale d’ora in poi sarà addetto in modo particolare all’Oratorio del Sacro Cuore col titolo di Delegato Vescovile, mentre Don Giacomo Ronzani viene incaricato di seguire l’amministrazione di tutta l’Opera del Sacro Cuore. Nel novembre dell’anno successivo, fu ultimata la costruzione della casa-canonica, un edificio a due piani, dove si stabilì il cappellano di Altichiero Don Antonio Masiero, in quanto Delegato Vescovile. Sulla facciata principale della canonica, il popolo riconoscente per le generose offerte del Vescovo, pose, a imperitura memoria, lo stemma vescovile in pietra. La cappella-baracca fu presto insufficiente a contenere il grande numero di fedeli e nacque così l’idea di costruire, a ridosso della canonica, una sala destinata a Chiesa provvisoria che oggi è adibita a patronato. Il 19 Agosto del 1937,  la nuova chiesetta adiacente alla canonica è completata e benedetta dal Vescovo Agostini: lunga venti metri, larga otto e alta sette metri e mezzo, era capace di contenere seicento persone; nella sagrestia ci potevano stare centocinquanta ragazzi; la vecchia cappella-baracca fu adibita ad asilo per l’insegnamento della dottrina cristiana e utilizzata come teatro per l’intera comunità. Terminata la benedizione, sua Eccellenza parlò alla folla con bontà veramente paterna, approvando, incoraggiando e benedicendo quanti, presenti e assenti, vicini e lontani, avevano cooperato con le offerte, col lavoro e con le loro preghiere alla realizzazione di questa prima parte dell’opera dell’erigendo Tempio in onore del Sacro Cuore di Gesù, incitando a continuare con entusiasmo e costanza, ad  aiutare la completa realizzazione del grandioso progetto. Il 16 dicembre dello stesso, anno arrivò da Torre il nuovo Cappellano Don Cesare Tellatin, in sostituzione di Don Antonio Masiero eletto cappellano al Duomo di Este. Nel dicembre 1938, la Sala-cappella è soffittata e decorata e l'anno successivo si celebrò con la massima solennità la festa del Sacro Cuore, iniziata sin dall’anno 1935: verso le otto di sera uscì la solenne processione eucaristica. Vi parteciparono tutte le Associazioni di Azione Cattolica con i loro vessilli, le Pie Unioni, i bambini dell’asilo e tutto il popolo recante candele accese; un folto gruppo di bambine vestite di bianco spargevano fiori; i ponti e le abitazioni lungo il percorso furono tutti addobbati con bandiere nazionali, festoni, drappi, fiori e sfarzosamente illuminati con lampadine elettriche multicolori e palloncini alla veneziana. Il 24 settembre 1939, in occasione della quarta domenica di settembre, fu celebrata con la più grande solennità la festa di Maria Santissima Addolorata, compatrona della Parrocchia e nell’occasione il cavalier Marco Prosdocimi di Padova donò un bellissimo altarino di legno, che fu collocato di fronte al Confessionale. Durante la festa di Pasqua del 1940, sua Eccellenza Monsignor Carlo Agostini Vescovo di Padova, firmò il decreto di fondazione della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, nell’attesa che sorgesse quanto prima il Tempio, già in progetto, per il quale si stavano raccogliendo offerte da ogni parte d’Italia. Il 30 maggio del 1940 fa il suo ingresso il primo parroco: Don Cesare Tellatin. Per la festa, preparata in suo onore, con molto affetto e con zelo instancabile, dal reverendo Don Giacomo Ronzani fu pubblicata un’edizione straordinaria de “Il bollettino del Sacro Cuore” che ebbe molto successo. Per l’occasione tutte le case furono ornate con drappi e bandiere; il viale, dal cancello fino all’ingresso della nuova Cappella, fu abbellito con archi trionfali alternati con festoni di bandiere tricolori di splendido effetto. Su tutti i muri si leggevano scritte inneggianti alla novella del Buon Pastore, al Sacro Cuore di Gesù, al Vescovo e al Papa. Sopra l’altare della chiesetta campeggiava una magnifica pala, dono di un altro esimio benefattore il cavalier Marco Prosdocimi, in memoria della sua cara e pia sorella defunta (anch’essa nostra benefattrice indimenticabile), pala acquistata dalla Fabbriceria della Cattedrale di Padova, che rappresenta l’apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita Maria Alacoque, eseguita nel 1887 dal pittore L. Papafava.  Si può ammirare questo stupendo dipinto entrando nel Tempio, sulla sinistra, prima dell’altare di Sant'Antonio con il Sacro Bambino. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale, il Vescovo Carlo Agostini invia al primo Parroco Don Cesare Tellatin la seguente lettera:

-  “I fedeli che da parecchi anni raccolgono la loro vita spirituale attorno all’erigendo Tempio del Sacro Cuore, vedono oggi con giusta esultanza coronato il loro ardente desiderio di essere costituti in parrocchia e festeggiano il loro sacerdote divenuto ormai parroco. Mi unisco alla loro gioia, alla nuova parrocchia e al suo primo parroco Don Cesare Tellatin, perché la vita spirituale continui nel fervore delle opere necessarie al pieno avviamento della cura e nell’esercizio di una intensa vita cristiana, impartisco di gran cuore la Pastorale Benedizione”. -

Il 19 aprile 1943 ci fu il riconoscimento ufficiale della nuova Parrocchia

 

continua con il Capitolo II° - La costruzione del Tempio

 

Orario Sante Messe al Tempio

 

Giorni Feriali

Lunedì, Martedì e Mercoledì:

ore 8.00 e ore 18.30

 Giovedì e Venerdì: ore 18.30

Sabato: ore 18.00

Domenica

Sante Messe:

ore 8,00; ore 10,00; ore 18,00